Zero Waste

Come stilista e amante della moda voglio creare abiti ed accessori benfatti, ma anche nella maniera più pulita possibile, ovvero che siano etici ed ecologici. Il mio obiettivo come designer è offrire un prodotto bello sotto tutti i punti di vista, che sia in grado di dare emozioni a chi lo indossa e a me che l’ho creato, e un domani a chi mi aiuterà a produrre i miei capi d’abbigliamento.

Per ottenere questo risultato è necessaria molta fantasia ma anche molto studio, sui tessuti naturali, su quelli sostenibili, sulle tecniche da usare per avere un impatto più basso possibile sull’ambiente, e su come i prodotti creati possano durare più a lungo e dopo possano essere più facilmente riciclabili.

In questo periodo sono in una fase di studio, in cui sto cercando e sperimentando le soluzioni che più mi possono avvicinare a conseguire un buon risultato.

Per ora, oltre al riutilizzo di abiti per nuove creazioni e alla ricerca di materiali sostenibili, sto raccogliendo abiti, tessuti ed accessori dimenticati nelle soffitte e negli armadi delle mie amiche e che generosamente mi danno, felici di sbarazzarsi di cose che non mettono più! Per le mie creazioni poi continuo ad attingere alla collezione di stoffe accumulate negli anni che non ho mai avuto il tempo o l’ispirazione per cucire, e dato che sembra sia inesauribile, forse ho un problema di accumulo quando si tratta di stoffe!

Uno dei modi più sostenibili in assoluto e anche molto divertente che sto sperimentando è il modello produttivo basato sullo Zero Waste.

Zero waste significa letteralmente zero spreco, ovvero usare tutta la stoffa che si ha a disposizione, senza avanzi, dando per esempio una forma piuttosto squadrata al nostro cartamodello in modo da sfruttare tutta la lunghezza e la larghezza della pezza, o progettandone uno che sfrutti bene gli spazi e si incastri con gli altri pezzi, pensate che utilizzando un piazzamento convenzionale del modello su tela, si ha infatti uno spreco del 15/20% (dipende molto dal modello e dal verso, se si lavora in sbieco per esempio lo scarto sarà molto di più).

In questo aiuta molto la tecnologia per esempio con un programma di Cad, si possono creare e piazzare con meno spreco possibile i pezzi che compongono il cartamodello sul tessuto, mischiando anche varie taglie per “incastrare” al meglio i pezzi più piccoli negli spazi vuoti, ma anche così si ha comunque una buona parte di tessuto che inevitabilmente finirà nella spazzatura .

in questo esempio di un piazzamento industriale potete notare in rosso e arancione il cartamodello e in nero la stoffa su cui vanno disposti i pezzi, è evidente che non tutta la stoffa venga occupata dal cartamodello è finirà quindi fra gli scarti

Anche la creazione di modelli 3D aiuta molto i designer perchè permette di fare virtualmente tutte quelle fasi che una volta si dovevano per forza fare fisicamente, dell’assemblaggio alla prova in tela, che ovviamente doveva essere ripetuta fino al risultato voluto. Adesso invece con questi programmi è possibile non sono creare il modello che desideriamo ma anche vederlo indossato da un avatar che ci darà la visione di come cade un tessuto o di come stringa una ripresa o se il capo fa difetto e correggere così il tiro qualora ce ne fosse bisogno senza usare assolutamente nemmeno un pezzetto di stoffa! Sembra magia eh?

Questi programmi sono una vera rivoluzione nel campo della modellistica e lo sono ancora di più quando si parla di moda sostenibile! Ho intenzione di fare prima o poi un corso per imparare ad usarli, ma intanto mi sto cimentando nella creazione di cartamodello senza spreco!

Sono sicura che il modello zero waste per antonomasia lo conoscete già e non sapevate che fosse così: il kimono giapponese.

Donna giapponese con Kimono

Guardando un cartamodello di un Kimono giapponese vi accorgerete del perchè sia un perfetto esempio di zero waste, come vi accennavo è più facile con cartamodelli rattangolari o di forme squadrate perchè spesso gli scarti di tessuto si hanno nelle curve, come gli incavi manica o scollo.

cartamodello di un kimono
Donne giapponesi indossano kimoni tradizionali nelle fantasie più originali

Quello che amo poi dei kimono e anche di altri capi che si ispirano a questo modello è che non c’è differenza fra modello per uomo o per donna, sono come dicono gli inglesi genderless, le uniche differenze si hanno con la scelta del tessuto, ma quella è molto personale e non ha connotazioni se non quelle imposte dalla società. Come sapete una delle cose per me importanti è che si faccia sempre di più questo tipo di moda fluida, dove una persona possa sentirsi libera di indossare e perchè no, scambiare i propri abiti senza pensare se abbiano tagli da donna o meno.

Modelli convenzionalmente maschili di kimono
Stampe moderne su kimono

Abbiamo visto quindi come sia facile fare un modello zero waste semplice, ma ce ne sono anche di molto complicati, e ci sono dei designer che vorrei presentarvi e che vi apriranno veramente un mondo a cui forse non avevate mai pensato!

Prima fra tutte Holly McQuillan che ha la capacità di creare dei pattern complicatissimi ma che si incastrano alla perfezione fra loro in modo da rispettare perfettamente il concetto di Zero Waste senza mancare in nessun modo la parte “fashion” che è oltremodo importante. A vedere i suoi capi non si direbbe mai che siano fatti senza spreco, immaginate quanto studio c’è dietro una collezione così! Oltre ad essere una designer e una studiosa, è anche la coautrice di una bibbia del cartamodello zero waste, di cui sta attualmente scrivendo la seconda versione.

Pattern di Holly McQuillan

L’altro autore insieme a Holly McQuillan di quella che vi ho definito come la bibbia del zero waste pattern è Timo Rissanen, designer e professore di moda sostenibile ha creato una camicia super resistente con un programma 3D e l’ha realizzata con un pattern zero waste, la sua idea è di applicare lo stesso concetto per creare abiti più durevoli e quindi sostenibili.

Un’altra designer eccezionale è Mylène L’Orguilloux di MilanAv-JC creatrice di modelli e attivista della filosofia Zero Waste, sul suo sito potrete trovare anche modelli e altri dati open source da scaricare gratuitamente!

Ho scoperto con grande gioia anche un sito di stoffe ecologiche ed etiche, prodotte da piccoli artigiani in giro per il mondo e scelte con cura dalla fondatrice, sto parlando di Offset Warehouse e nel loro sito trovate oltre ad una varietà infinita di stoffe per ogni uso, anche il pattern di un vestito zero waste che potete comodamente scaricare e stampare a casa vostra per cimentarvi nell’impresa di cucire un abito senza spreco di stoffa!

Charlie Bradley Ross fondatrice e direttrice di Offset Warehouse

Insomma se qualcuno avesse ancora dei dubbi eccovi le prove che fare moda sostenibile si può e si deve e cercare soluzioni più green possibili è la vera sfida che attende i designer e perchè no, chiunque abbia a cuore queste tematiche!

Nel prossimo post vi mostrerò il mio progetto zero waste!

Rimanete connessi e scrivetemi per ogni dubbio o curiosità

Published by lunalaluz

Creazioni sartoriali, pensieri, mare e sabbia sotto i piedi

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