Moda Sostenibile, perchè?

Qualche anno fa, dopo l’ennesimo lavoro fregatura conclusosi, mi sono decisa a seguire il sogno che avevo nel famoso cassetto da almeno 15 anni, vivere alle Canarie!

Los Gigantes

Avevo trovato un bel progetto di collaborazione, qualche ora di lavoro in cambio di vitto e alloggio per la piccolissima azienda di una signora che diceva di fare moda ecologica.

Quando orgogliosa e commossa mostravo il mio impegno per una moda etica


Purtroppo fin dal primo giorno mi sono accorta che i materiali si, erano biologici e certificati, ma erano tutti presi all’estero, da Germania, Turchia, alcuni arrivavano addirittura dal Giappone (immaginate l’inquinamento prodotto solo per il trasporto?) e ne aveva comprato quantità pazzesche, da grandissima azienda!

La produzione poi era peggio che in un’azienda di fast fashion, prima ancora di aprire avevamo centinaia di magliette per almeno 5 modelli diversi e in 8 taglie diverse e la mia superiore voleva che ogni settimana uscissero capi nuovi, e quei capi è vero che erano di materiale “buono” e colorati con tinture ecologiche ma per fissare il colore bisognava fargli fare almeno 4 lavaggi a temperature abbastanza alte ed essendo colorati a mano e quasi tutti in colori diversi bisognava fare quasi una lavatrice per ogni capo (immaginate lo spreco di acqua e di energia?)

Per chiudere “in bellezza”, se ci serviva una cosa la capa nel dubbio ne comprava 5, andando contro qualsiasi logica sostenibile, praticamente quell’azienda trasudava spreco dalle pareti!

Per fortuna almeno dal punto di vista salariale e del rispetto dei lavoratori rispettava gli standard che un’azienda che fa Fair Fashion dovrebbe avere!


Quello che voglio dire è che molto spesso quando si parla di ecologia o sostenibilità, soprattutto in ambito fashion, non sempre tutto è oro quel che luccica! Anzi…


Se avete intenzione di portare avanti un’attività “sostenibile” o di orientare le vostre scelte come consumatrici e consumatori in maniera green quello che dovete aver presente è una cosa sola: consapevolezza!

Sembra un termine demodè o a volte abusato, ma in realtà credo che dovrebbe guidare tutte le nostre scelte di vita! Ed essere consapevoli significa prima di tutto essere informati.

Per esempio, sapete che l’industria della moda è senza dubbio fra le prime più inquinanti del pianeta?

Se consideriamo la catena produttiva dell’abbigliamento capiamo bene che ha un impatto devastante sull’ambiente, pensiamo alle materie prime, sia di origine naturale che artificiale: la produzione di cotone da sola è responsabile dell’uso di 1/4 degli insetticidi e del 10% dei pesticidi al mondo e la manodopera utilizzata spesso si trova sotto la soglia del reddito minimo, senza diritti ed esposta a rischi enormi, sia dovuti all’uso di macchinari obsoleti e pericolosi, sia alle condizioni di sicurezza inadeguate o inesistenti, sia causati dall’esposizione a prodotti chimici tossici. Per molte persone la situazione lavorativa è addirittura in condizione di costrizione e schiavitù come si è scoperto nel caso del cotone proveniente dalla Cina (se ne parla in questo Articolo) che rappresenta il 20% della produzione mondiale di cotone.

Si calcola che 1/5 dell’inquinamento dell’acqua a livello mondiale sia causato dai processi tessili, compresi anche fiumi che irrigano campi coltivati per la produzione di cibo destinata sia all’uomo che agli animali, vi consiglio di vedere a riguardo il docufilm River Blue presentato qualche anno fa al Fashion Film Festival di Milano.

Immaginate che per produrre una singola t-shirt siano necessari 20.000 litri d’acqua e si pensa inoltre che l’industria della moda sia responsabile dell’uso di oltre 79 trilioni (miliardi di miliardi) di litri d’acqua l’anno! Un numero che si fa fatica a scrivere figuriamoci ad immaginare!

Senza contare l’inquinamento prodotto dalla distribuzione e dalla logistica, anche in questo caso l’industria della fast fashion in particolare, è un’attrice protagonista, contribuisce al disboscamento e all’uso di enormi aree solo per lo stockaggio dei materiali, distruggendo l’habitat e le specie viventi presenti portando alcune specie sull’orlo dell’estinzione;

L’inquinamento prodotto dallo spostamento fisico di merce dai Paesi produttori del cosiddetto terzo mondo ai Paesi consumatori è devastante per le enormi emissioni di CO2 dei mezzi di trasporto che riguardano anche le vendite, soprattutto quelle online con priorità o con reso gratuito che spingono le persone a comprare con ancora più superficialità e a prezzi ancora più bassi (abbiamo capito chi ne paga veramente il prezzo) facendo oltretutto concorrenza sleale alle piccole imprese che non possono permettersi gli stessi servizi poichè contrariamente a questi grandi colossi, hanno molte tasse da pagare (o almeno dovrebbero farlo!).

Infine, uno degli aspetti più allarmanti della produzione indutriale del tessile è l’immensità dei capi che diventano spazzatura! Annualmente si producono 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili! Solo il 30% degli abiti dismessi ha una seconda vita, ovvero viene riciclato o rivenduto, mentre 3 capi su 5 della fast fashion finiscono nelle discariche generando ulteriore dispersione di sostanze chimiche nel terreno. Questo significa che una parte enorme dei capi prodotti rimanendo invenduti vengono distrutti generando inquinamento per via aerea, o diventano rifiuti senza essere mai nemmeno serviti allo scopo per cui sono stati prodotti! Una parte di questo abbigliamento dismesso viene rivenduto poi nei Paesi cosiddetti in via di sviluppo, incidendo ancora una volta sulla loro economia in maniera negativa soppiantando i prodotti locali con questi più economici, contribuendo così anche alla perdita di queste produzioni autoctone.

Tutti questi dati ed informazioni già dovrebbero aver smosso qualcosa nelle vostre coscienze, quindi vi invito a non fermarvi qui e a cercare ulteriori spunti per accrescere la vostra consapevolezza del problema ma intanto cosa possiamo fare per diventare più sostenibili?

La risposta apparentemente è semplice ma ve ne parlo nel prossimo post così vi lascio il tempo di metabolizzare queste “belle notizie” e fare un bel respiro prima della parte più importante del discorso ovvero cosa possiamo fare per diventare protagonisti del cambio verde di cui il Pianeta e quindi tutti gli esseri umani hanno veramente bisogno.

Published by lunalaluz

Creazioni sartoriali, pensieri, mare e sabbia sotto i piedi

2 thoughts on “Moda Sostenibile, perchè?

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