Il secondo appuntamento importante di questa settimana è quello di venerdì, talmente nero da essere conosciuto universalmente come Black Friday, anche se per me è “nero” in senso negativo mentre il significato originale probabilmente deriva dai libri contabili che passavano dal rosso (quindi in debito) al nero (quindi in guadagno) grazie alle promozioni che attiravano tantissimi clienti per l’inizio della stagione dello shopping natalizio.
Dall’America siamo riusciti ad importare anche questa tradizione che non ci appartiene, grazie al fantastico mondo del capitalismo, dove evidentemente pur di vendere va bene tutto!
Ma se si tratta di un giorno (che diventa anche un weekend o una settimana) di sconti e promozioni , come mai per me (e non solo) è così negativo?
Come provo a spiegare nei miei post ma anche nei miei lavori e in tutto ciò che faccio, il vero problema di questa società è comprare anche se non ne abbiamo bisogno, comprare al prezzo più basso possibile, fregandocene del perchè il prezzo sia così basso, fregandocene delle persone che ci sono dietro quel lavoro e fregandocene dell’impatto che questo consumismo spinto ha sulla natura e su tutto ciò che ci circonda.
Anche se molte mie colleghe e colleghi che si occupano di artigianato seguono questo trend, vorrei ricordare che dietro ad un lavoro fatto a mano, fatto lentamente e per bene c’è una persona che investe le sue ore, la sua passione, gli studi e le competenze nella realizzazione di quell’oggetto e che quindi tutto questo non può essere scontato, non può essere ridotto ad una promozione stagionale dettata da stimoli che poco hanno a che fare con il rispetto del lavoro altrui.
A maggior ragione, anche dietro allo shopping compulsivo nei negozi di abbigliamento, c’è un’assoluta mancanza di consapevolezza, nessuna coscienza, nessuna etica.
Quello che vorrei che cercaste di fare quest’anno (ma anche per ogni acquisto che fate) è prima di tutto chiedervi se veramente ne avete bisogno o se sarebbe un acquisto per noia o per accumulare altri vestiti che non metterete, poi se la risposta è si, fare una lista di quello di cui avete bisogno e di dove pensate di comprarlo.
Perchè non cercarlo in un negozio di seconda mano o un mercato dell’usato?
Sapete che ci sono diverse app e anche mercatini online dove molte persone mettono in vendita i propri vestiti in buone o addirittura ottime condizioni (un’idea svuota armadio!) ma che semplicemente non mettono più e preferiscono vendere?
Un’idea in più, buona da molti punti di vista, oltre a quello del consumo sostenibile, potrebbe essere quella di organizzare uno swap party con amici e amiche dove oltre a passare del tempo di qualità migliore rispetto allo shopping sfrenato in negozi pieni di gente che sgomita e personale esausto, potrete scambiarvi i vestiti o gli accessori che non usate più ma che la vostra amica, o l’amico dell’amica potrebbe invece trovare adorabile!
O ancora quello che hai nell’armadio e che non metti più potrebbe aver bisogno solo di un piccolo intervento creativo per tornare ad una nuova vita! Ricami, colori, perline, patch, interventi sartoriali anche semplici ma sicuramente d’effetto!
Se proprio non volete o non trovate l’abito dei sogni in questi modi, preferite negozi che abbiano un profilo etico trasparente, che non vendano marche che sfruttano la manodopera in paesi del Terzo Mondo, non usino prodotti pericolosi per la salute nella confezione o nelle altre fasi della lavorazione dei prodotti. Per trovare le marche “giuste” può aiutarvi l’app ecoFASHION ma ci sono anche tantissimi gruppi e siti che consigliano prodotti certificati bio o vegan o sostenibili tra i quali https://dressthechange.org/.

Per avere un’idea più ampia di cosa sia e come riconoscere la moda etica e sostenibile vi consiglio di seguire il sito del movimento globale Fashion Revolution (https://www.fashionrevolution.org )che aiuta i lavoratori della filiera tessile e ottiene impegni concreti da parte dei brand di moda ad essere più trasparenti e rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori, da guadagni dignitosi a condizioni di lavoro più giuste, al rispetto dell’ambiente e degli animali,